Ethical Code & D.LGS. 231/2001

LA RESPONSABILITA’ DELL’ ENTE

Il D.Lgs. 231/2001 ha introdotto il concetto di responsabilità amministrativa degli enti in quanto tali, cioè in quanto persone giuridiche, assimilandoli a individui che commettano reati penali. Il classico concetto del “diritto romano”:

societas delinquere non potest   (trad. le società non possono commettere reati)

oggi non è più valido e si può invece parlare di:

societas puniri potest   (trad. le società possono essere punite)

ossia gli enti possono avere sanzioni di vario tipo per i reati commessi (in aggiunta alle sanzioni per le persone fisiche rappresentanti dell’ente stesso).

Questo importante testo normativo attribuisce infatti una responsabilità di natura colposa in capo alla società (“colpa organizzativa”), scaturente dalla mancata adozione e/o attuazione di un idoneo modello di organizzazione e gestione, con l’obiettivo di evitare i reati posto in essere da parte di persone fisiche in pro dell’ente. Dal punto di vista dei termini utilizzati nel decreto, tale responsabilità è etichettata come “amministrativa”, tuttavia, i numerosi riferimenti alla parte penale, non nascondono una natura intrinsecamente penale.

1 Contro la P.A.

  • Truffa aggravata ai danni dello stato
  • Corruzione e concussione
  • Frode informatica
  • Indebita percezione di erogazioni pubbliche

2 Terrorismo

  • Terrorismo internazionale
  • Eversione dell’ordine democratico
  • Criminalità organizzata

3 Reati societari

  • False comunicaszioni sociali
  • Illegale ripartizione di utili
  • Aggiotaggio 

4 Contro la personalitá individuale

  • Pornografia minorile
  • Detenzione di materiale pornografico

5 Violazione norma antinfortunistiche

Violazione norme antinfortunistiche e di igiene e salute (omicidio colposo o lesioni colpose gravissime)

6 Ricettazione e riciclaggio

  • Ricettazionei
  • Riciclaggio
  • Impiego di denaro di provenienza illecita

7 Market abuse

  • Abuso informazioni privilegiate
  • Manipolazione del mercato

8 reati informatici

  • Trattamentoo illecito dati
  • Intercettazioni o accessi abusivi al sistema informatico
  • Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici

9 Reati transazionali

  • Associazione per delinquere
  • Traffico stupeefacienti

LE SANZIONI

Già di notevole “peso” sono le Sanzioni Interdittive:

  • l’interdizione dall’esercizio dell’attività (l’Azienda coinvolta non può più operare sul mercato);
  • la sospensione o la revoca di autorizzazioni, di licenze e/o di concessioni;
  • il divieto di contrattare con la P.A. ;
  • l’esclusione da finanziamenti/agevolazioni;
  • il divieto di pubblicizzare beni/servizi.

 

Ancora più rilevanti le Sanzioni Pecuniarie, infatti mediante un meccanismo di calcolo che si basa sulla gravità del reato e sulle condizioni economiche e patrimoniali dell’ente, possono andare da:

  • sanzione min:        25.823,00 €
  • sanzione max:  1.549.370,00 €

 

Il Modello Organizzativo e l’Organismo di Vigilanza

Il D.Lgs. 231/2001 prevede una deresponsabilizzazione dell’ente, ormai abbastanza presente in giurisprudenza, se lo stesso ente si sia dotato ed abbia applicato un Modello Organizzativo ed un Codice Etico così come previsto dalla normativa, oltre all’istituzione di un Organismo di Vigilanza sulle attività svolte dall’ente.

Esistono anche alcune linee guida, ad esempio quelle preparate da Confindustria, molto utili per la realizzazione dei Modelli 231/01:

Linee guida Confindustria

Da tempo si parla anche di Certificazione dei Modelli Organizzativi 231/01, ma ad oggi non è possibile procedere in tal senso. Il giudizio finale sulla validità, correttezza ed attuazione del Modello compete esclusivamente al Giudice ed all’Organo di Polizia Giudiziaria (cioè della Guardia di Finanza) di cui il Giudice si avvale in fase di indagini.

Per tali motivi nella realizzazione del Modello 231/01 le Linee Guida possono essere considerate un utile strumento di lavoro, ma il Modello deve essere sempre predisposto su misura della singola realtà aziendale, come un “vestito sartoriale” così da riuscire a rappresentare davvero la situazione effettiva dell’ente che si vuole adottare questo “ombrello protettivo”.

COME TUTELARSI (E COSA PUÒ FARE ENTER)

L’adeguamento al D.Lgs. 231/2001 è abbastanza semplice, visto che è necessario ad esempio:

mappare le “aree sensibili” (le attività che possono essere a rischio reato per questo decreto);
predisporre tutta la documentazione necessaria (Codice Etico e Modello Organizzativo);
redigere la modulistica di lavoro (check list) e stilare i verbali delle riunioni;
aiutare a definire gli incarichi (comitato etico, responsabili, OdV, ecc.);
effettuare la necessaria sorveglianza, anche con la disponibilità di specialisti che possono ricoprire incarichi nell’OdV.